lunedì 8 marzo 2010
Spaceman contro i Vampiri dello Spazio (Kotetsu No Kyojin - Kaiseijin No Majyo), di Teruo Ishii (1957)
"Le potenze interstellari dalle quali sono incaricato
mi hanno ordinato di proteggere l' universo
e di farvi regnare la pace"
mi hanno ordinato di proteggere l' universo
e di farvi regnare la pace"
Spaceman combatte contro una razza aliena in procinto di conquistare la Terra. Rapimenti di scienziati, mostri e dischi volanti sfreccianti nel cielo popolano una vicenda che è un pretesto per consentire all'eroe di fare sfoggio delle sue eccezionali capacità. Il protagonista è Spaceman, il singolare super-uomo proveniente da un'altra galassia per dare aiuto al nostro pianeta. Vincerà la sua sfida, allontanando per sempre il nemico.
Il nonno dei Power Rangers combatte e si batte nonostante il tempo porti con sé un po' di acciacchi, anzi, parecchi. Ma non perde quell' alone di ingenuità turbato comunque da una reale paura (o fascino proibito?) dell' altro, del diverso, dell' invasore, del mostro. Il che è facilmente spiegabile con il ricordo atomico di nemmeno quindici anni prima, che pesa come un elefante in bicicletta. Lo spettro, l' alieno, il vampiro (come li chiamiamo noi europei, anzi noi italici, il titolo internazionale è Invaders from Space) sono il male, contrapposto al bene che inevitabilmente vince, ed il bene nella fattispecie è il tipico concetto nippponico uomo-stato, che fonde amore, lavoro e patria, in nome del futuro della propria nazione. Michele Baldini
Due bombe atomiche sono un boccone amaro da mandar giu' e un malefico demone da esorcizzare. In Giappone nei cinquanta le direttive erano: patria, lavoro, famiglia e tecnologia: per rilanciare un paese fortemente "scottato" dalle alleanze sbagliate e indebolito dal conflitto finito nei tragici epiloghi che tutti conosciamo. In questa raccolta di telefilm gli autori hanno perfettamente riassunto quelle che si credono essere le fobie piu' pressanti nel periodo inserendole in opere che al primo approccio possono sembrare per "ragazzi" ma comunque in sé hanno tutte le caratteristiche della cinematografia orientale in generale, ma sopratutto giap. Per quanto possono essere strabilianti e a volte strampalate le premesse (fanta)scientifiche, elaborati e sinuosi i costumi e armoniose e marziali le coreografie di combattimento; tanto è ricercata la rigorosita' della messa in scena e la ricerca delle migliori tecniche di ripresa con delle trovate semplici ed efficaci. Questa apparente ambiguità filologica non è tale per i niponnici, non fa altro che rispettare lo spirito di un popolo che è sempre stato in bilico tra il lasciarsi travolgere dllla curiosità per la cultura "aliena" occidentale e il rigoroso rispetto delle proprie tradizioni millenarie ed un fortissimo spirito identitario. Volare nallo spazio come Spaceman rimanendo ancorati a terra come insigni studiosi accademici. CHIAVE DI LETTURA. Enrico Prosperi
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