lunedì 1 marzo 2010
Apocalypse Domani (Cannibal Apocalypse), di Anthnoy M. Dawson (Antonio Margheriti,1980)
"Voglio sapere che tipo è:
è un terrorista, un sovversivo, un pazzo, un rapinatore,
un maniaco sessuale o che altro?"
"Un veterano del Vietnam,
in permesso diurno dal manicomio..."
"Accidenti, allora è una brutta rogna!"
è un terrorista, un sovversivo, un pazzo, un rapinatore,
un maniaco sessuale o che altro?"
"Un veterano del Vietnam,
in permesso diurno dal manicomio..."
"Accidenti, allora è una brutta rogna!"
Il capitano Hopper salva due commilitoni dall' inferno del Vietnam, nel quale i due erano diventati cannibali. Anni dopo, il soldato Bukowski lascia la clinica psichiatrica nella quale è internato assieme al soldato Thomson per un permesso diurno e chiama il suo vecchio capitano. Questi tuttavia preferisce non vederlo, innescando nello psicolabile un nuovo istinto cannibale, che lo porta a scontrarsi contro una gang e la polizia all'interno di un supermercato. L' intervento di Hopper fa sì che Bukowski torni in clinica, dove tuttavia si scopre che in realtà è un virus, per giunta trasmissibile attraverso graffi e morsi dei contaminati, a determinare l' irrefrenabile desiderio di carne umana. Ne resta quindi contagiato anche Hopper stesso e una dottoressa, che insieme agli altri due fuggono dalla clinica attraverso le fogne in cerca del primo volo per il Vietnam...
Margheriti, in un sottile (ed ambiguo) equilibrio tra idiozia, citazione e entertainment a basso costo, architetta una semplice ed efficacie messa in scena del massacro. La tecnica solida, con cui affronta la regìa, tiene bene in moto i meccanismi della suspense e dell' azione, mescolando allo stesso tempo Rambo con Apocalypse Now da un lato e i Mondo Movies e Cannibal Holocaust dall' altro. Laddove il film può poi apparire (o vorrebbe essere) impegnato ad una prima e superficiale lettura (il tema dei reduci) è proprio in tutt' altri campi che emerge una sana e dissacrante ironia. Nonché un raffinato esercizio di esaltazione dei dettagli. Passano in rassegna la morbosità mai esplicita (i rapporti del capitano con la vicina minorenne), la raffigurazione stereotipo della Gang che avvia la lunga sequenza del supermercato, preceduta da una citazione nonsense in cui Bukowski (vogliamo dirne il nome di battesimo: Charlie?!) va al cinema, di mattina, a vedere un film di guerra, fino alla fedifraga ed equivoca storia che la moglie del capitano (diciamolo, è John saxon) intraprende con un vecchio amico dottore. Dante e Tarantino lo adorano, la critica lo ha sempre neutralizzato. Ego Absolvo. Michele Baldini
Altro bis d' annata per Margheriti: piu' bis nel titolo che nei contenuti. Prova sperimentale che da il via al mash-up di generi con contorni di musiche avulse dai temi trattati. Un po' cannibal, un po' Rambo (in anticipo), un po' metropoliziesco. Il buon "Dowson" con la scusa del "commercialone" si diverte non poco con uno script veramente innovativo, uno splatter contenuto e una carica erotica meno esplicita rispetto ai contemporanei ma non meno micidiale; si può parlare di sensualità, che, però, innesca sempre l'istinto cannibale dei protagonisti ed una divisione in contenitori spazio temporali a dir poco sui generis. Cast azzeccatissimo, uno su tutti Giovanni Lombardo Radice, vera icona dell' horror di casa nostra, interprete della scena storica del film (buco nel torso a colpi di pallettoni nelle fogne di Atlanta). ORIGINALE. Enrico Prosperi
Iscriviti a Post [Atom]
Posta un commento