lunedì 1 febbraio 2010
Greta, La Donna Bestia (Greta, Haus ohne Männer), di Jesus Franco (1976)
"Donne come te ce ne sono poche"
In un istituto di correzione per donne psicolabili (omosessuali, adultere, drogate, ecc.) in realtà prigioniere politiche, le detenute sono sottoposte alle atroci torture della formosa aguzzina, il cui sadismo è coperto dalla connivenza di un medico e delle altre Kapò dello pseudo-lager. La bella Abbie, sorella di una vittima, si intromette come spia all'interno dell'istituto grazie alla complicità del Dr. Arcos.
Un altro esempio di Woman In Prison, genere al quale, senza volerlo, Cinephagus si sta affezionando. Questa volta firmato dal vulcanico e indecifrabile Jesus Franco. La superdotata Dyanne Thorne, nelle vesti di Ilsa o Greta si sposta dai lager nazisti al Sudamerica, dove inveisce contro povere donne accusate di gravi colpe, quali fedifragia, omosessualità, ninfomania, prostituzione. Il pretesto in realtà è debole, e la storia narrata nella pellicola si dipana fra un inizio fortemente erotico-morboso, e una fine splatter, con effetto cross-fade. Protagonisti assoluti sono i seni e i sederi delle detenute, in bellavista praticamente tutto il film, spesso filtrati da torture e lamenti. Interessante la svolta metacinematografica, con finestra aperta sullo snuff-movie, meno la tenuta generale del film, sgarbatamente volgare. Menzione speciale per il look freaky style dei personaggi, soprattutto quelli secondari e per la scena dell' accoppiata di massa. Emozioni gastriche. Sesso obbligatoriamente non depilato. Michele Baldini
Una goccia nell' oceanografica produzione di Jess Franco. Dopo essersi districati dalla selva di peli pubici mostrati, lustrati dopo mille docce sexi e aver dato sfogo a diverse perversioni fetish rimane poco di questo W.I.P. esotico, semi anarchico al confine con l' hard. Da uno che si chiama Jesus è difficile immaginarsi qualcosa di meno cattolico di questo film: senz' altro da riconoscere all' autore c' è una buona visione fotografica, una fantasia grottesco-deviante e la capacità e la volontarietà di essere cinematograficamente indipendente; ma ciò non basta a rendere il risultato poco piu' che accettabile. Nonostante le bellezze d'epoca. SEXY BLANDO. Enrico Prosperi
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