lunedì 14 dicembre 2009

Foxy Brown, di Jack Hill (1974)

"Voi occupatevi della giustizia, io mi occuperò della vendetta"
Dopo aver perso il compagno per mano di una gang di malfattori bianchi, dediti allo spaccio di droga e alla prostituzione, foxy brown, donna afroamericana, forte e indipendente cerca vendetta, dopo essere riuscita a saperne di più grazie alle dritte del fratello, già di per sé un poco di buono. Riuscirà nel suo scopo grazie anche all' aiuto di un gruppo di pantere nere.

Ci sono pellicole, il cui valore non sta tanto nel tocco registico, nell' originalità della storia, nella limpidezza della fotografia, nel trasporto che suscita la colonna sonora, ma nell' aria che ti fanno respirare. Il caso di Foxy Brown è emblematico. Tutto ci porta negli anni 70. Un vortice psichedelico di colori, musica soul, macchine da sballo e un mondo alla rovescia, che, allora, forse, senza nemmeno prendersi troppo sul serio, pareva possibile. In cui i neri hanno giustizia, la donna è veramente emancipata, e l' azione sacrifica i momenti drammatici, nei quali oggi si spenderebbe più di metà della trama. Back straight to Black! Michele Baldini

Le regole del divertimento e dell'azione non concedono soste; nè per riflettere su spunti sociali, nè per soffermarsi su atti violenti (che nell'economia del film hanno solo valenza grafica). Jack Hill (W.A.S.P.) sa certo farcela spassare con utilizzo di costumi alla moda, auto cool, tette della Grier, inseguimenti, pulp-vintage, bianchi cattivissimi e gran-funky in sottofondo. Forse non tutti gli afroamericani possono essere daccordo con questa visione, ma con rispetto: "chissenefrega questa é blaxploitation e i colori vincono". Menzione d'onore per Antonio Fargas e Sid Haig. CALEIDOSCOPICO. Enrico Prosperi




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